La Calabria e il Risorgimento |
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Scritto da Carmine F. Petrungaro | |||||||
Vengono esaminate le tappe più significative della storia del Mezzogiorno e in particolare della Calabria, il mancato decollo economico, la ‘conquista’, l’opera rapinatrice dei piemontesi, il terrore della ‘Legge Pica’, la reazione brigantesca, ‘la cavalcata’ di Garibaldi attraverso la penisola calabrese fino a Napoli e il ruolo dei ‘picciotti’ siciliani e dei baroni meridionali per la riuscita dell’impresa dell’ “Eroe dei Due Mondi”, nonché degli ‘effetti collaterali’ (Bronte e Casalduni) e il tradimento dei generali dell’esercito napoletano. Viene inoltre confutata la ‘retorica misticheggiante’ del Risorgimento, che i testi di storia in circolazione descrivono come opera di tutto un popolo; e la rivolta di Reggio Calabria, fatta passare come rivolta ‘fascista’ e che invece è stata la rivolta di una intera città, promossa dai centri di potere locale , i valvassori e valvassini del partito di maggioranza relativa, la democrazia cristiana allora imperante, e dei suoi satelliti e con il nefasto ruolo de ‘il Gatto e la Volpe’, al secolo Riccardo Misasi e Giacomo Mancini. Rivolta poi tacitata con il famoso “pacco” del presidente del Consiglio di allora ,Emilio Colombo.
E ancora: la ‘Cassa per il Mezzogiorno’, che ha comportato un enorme dispendio di risorse e risultati discutibili; il ruolo dei ‘media’ del Nord che con i suoi gazzettieri, veri o falsi intellettuali, che hanno remato contro ogni qual volta si prospettava un timido inizio di sviluppo della Calabria e la stupefacente opera degli “ecologisti in servizio permanente effettivo” sempre contrari a prescindere”. Poi il triste capitolo dell’emigrazione, la ‘ndrangheta , che da tempo ha superato i confini della regione, la mancanza di infrastrutture, gli economisti d’accatto, la piaga della sanità e l’esodo verso le strutture sanitarie del Centro Nord , per finire all’attuale governo che con il ministro Passera annuncia improbabili investimenti : “oltre cento miliardi che lo Stato è pronto ad investire nel Mezzogiorno”. Per dimostrare inoltre l’inarrestabile esodo dei calabresi dal 1961 al 2010 , sono state analizzate 118 comunità, in particolare delle zone di collina e di montagna, le più penalizzate in termini di trend demografico, di natalità e mortalità e per il bassissimo reddito pro-capite. Insomma il territorio calabrese, al di là di ogni retorica, si sta trasformando in una “riserva indiana”. Nell’ultima parte della ricerca alcune ‘perle’ di vita meridionale e qualche contributo di emeriti meridionalisti illustrano la penosa realtà di una Calabria abbandonata nelle mani della ‘ndrangheta e di politici di alto e basso livello di dubbia moralità . Alla fine l’amico Umberto Chiarello chiarisce con una precisazione: “La ricerca non vuole essere una critica antiunitaria, né costituire ed avallare il tanto demonizzato rigurgito borbonizzante’, che, secondo alcuni maestri del pensiero nostrano mettono in serio pericolo l’Unità d’Italia, ma una ulteriore denuncia di una situazione insostenibile, alla quale lo Stato centrale pare non voglia porre rimedio, a cominciare dalle infrastrutture, che rappresentano il problema più urgente e condizione primaria per il rilancio dell’economia calabrese”. Chi volesse contattare l’autore può farlo via l’e-mail: uchiarelloibero.it, cell. 3555905258-3773013320. fax 02.394.36.082. Il prezzo di copertina è di 15 euro e il libro può essere ordinato direttamente dall’autore.
A cura di Carmine F. Petrungaro
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